Attis, desiderio e castrazione. Una origine dell’albero di Natale ed i suoi addobbi.

Il mito di Attis e la castrazione. Aspettative e reazione.

danilo moncada zarbo di monforte

danilo moncada zarbo di monforte

Un po’ controcorrente  ho aspettato che terminasse il Natale per una riflessione.

Ogni volta che vedo l’Abete in una casa con le sue belle palle colorate la mente mi riporta  all’antico mito di Attis

L’innocente albero che evoca il desiderio di doni abbondanti e fecondi, narra anche di un terribile fatto di sangue.

Una delle storie di quest’albero e delle sue particolari decorazioni è, o potrebbe essere collegata al mito di Attis e certamente alla violenza del Maschio ( Zeus)  sulla donna ( Gea, la Grande Madre).

Il mito ha più versioni ma in una di queste l’elemento dei genitali recisi e rimasti attaccati ad un filo tagliente su un albero è più chiara.

Quando parlo di questa storia a pazienti o studenti di sesso maschile il loro moto di apprensione è evidente, mentre le donne spesso lo vivono come un elemento interessante

Zeus nel tentativo  vano di possedere la Grande Madre lascia cadere il suo seme da questo nasce Agdistis, ermafrodita cioè dotato dei genitali di entrambi i sessi. Agdistis è particolarmente violento/a essendo frutto di una violenza è puro istinto, primordiale e violento/a a ricordare l’atto della sua generazione di cui è consapevole.

Così gli Dei  privano Agdtistis dei genitali maschili  che con un tranello rimangono appesi ad un albero, in bella mostra tra i rami.

Un frutto cade per terra e raccolto da Nana, che lo mangia, genera un figlio bellissimo di nome Attis.

Sia la grande Madre che Agdistis si innamorano del giovane, che però si innamora  e sceglie una ragazza non divina.

Affronto! Vendetta!

Al banchetto di nozze Agdistis, ispirando un furore incontenibile, induce tutti i presenti ad auto-evirarsi.

Attis si mutila sotto un pino (Abete), muore, e dal suo sangue nascono viole. Si mutila per non tornare con Agdistis, ( Madre/padre incestuoso) ne con Cibele ( Colei che rifiutò Zeus) per vivere la propria vita che sarà quindi generativa anche privata dei genitali.

La Grande Madre, pietosa, da sepoltura in se stessa ai genitali di Attis che diventa così Dio del risveglio della Natura, della Vegetazione che sboccia ogni anno dopo la sospensione della vita.

A partire da questa digressione sul Mito, la riflessione resta sull’atto e sulla costrizione.

La volontarietà del dono sotto l’albero è la rinuncia ad elementi della propria personalità o della propria potenzialità a favore di altri amati. L’offerta di porzioni feconde perché altri possano a partire da queste rigenerarsi e vivere.

E’ anche l’atto di autopunizione per non avere amato la propria “madre padre/castrato”, non avere scelto quella forma d’amore incestuoso per i genitori a favore del libero arbitrio. A favore dell’amare una persona nuova, al di fuori della famiglia di origine.

Il senso di costrizione con cui alcuni vivono il Natale sarà forse questo?

Sapere che ogni dono, simbolicamente esposto in quelle belle sfere colorate, celebra il ricordo di quanto caro costi l’allontanamento dalle aspettative familiari?

Attis, morto, viene però risarcito.

Sepolto, nella sua stessa quasi-nonna ( La grande Madre) ogni anno si risveglierà  ed i suoi  capelli fluenti (sempre simbolo di desiderio e potenza)  non cesseranno mai di ricrescere.

Metafora del come a volte sia meglio aderire alle aspettative familiari ? Certo tutti diciamo: “NO!” ma quanti invece scelgono questa più comoda prassi? Quanti realmente rischiano, osano, e vivono la loro vita? Quanti a prezzo della propria vita scelgono di amare liberamente, senza stereotipi e chi veramente desiderano?

Omofobia, cosa è?

LA OMOFOBIA è una paura, una Fobia dell’omosessualità. E’ un timore ossessivo di essere o di scoprirsi omosessuale ma è  anche un atteggiamento di condanna dell’omosessualità. La parola viene dal greco homos, “stesso, medesimo”, e phobos, “paura” per il vocabolario Treccani è l’“avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità”.

Esistono molti modi attraverso i quali si manifesta una condotta Omofobica. Il Parlamento Europeo nella Risoluzione sull’omofobia in Europa (2006) si esprime: «l’omofobia si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto forme diverse, quali discorsi intrisi di odio e istigazioni alla discriminazione, dileggio, violenza verbale, psicologica e fisica, persecuzioni e omicidio, discriminazioni in violazione del principio di uguaglianza, limitazioni arbitrarie e irragionevoli dei diritti, spesso giustificate con motivi di ordine pubblico, libertà religiosa e diritto all’obiezione di coscienza».

Gli studi sugli aspetti psicologici profondi che stanno alla base di questa Fobia sono ampiamente accolti dalla comunità scientifica internazionale.

Tali componenti profonde sono rintracciabili sia in persone non omosessuali che anche nelle persone omosessuali.

Si  parla quindi di omofobia interiorizzata per indicare l’internalizzazione trasmutante (termine che descrive un processo per il quale qualcosa di esterno viene acriticamente ingoiato e trasforma l’esperienza) conscia o inconscia da parte di gay e lesbiche di tutti i pregiudizi, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori, di cui essi stessi sono vittime.

La Omofobia è una patologia in quanto non consente una reale percezione della realtà e delle relazioni, ne una valutazione del proprio desiderio e del bisogno.

Secondo gli studi l’omofobia  dipende in gran parte dall’effetto modellante dei pregiudizi sociali  su un adolescente che sta piano piano scoprendo la propria sessualità.

 

Cosa è la PrEP?

La PrEP è la abbreviazione di ” profilassi pre esposizione”  al contatto ( o possibile contatto con il virus HIV),  bene è sapere che la PrEP non protegge dalle altre infezioni sessualmente trasmissibili. Cioè non protegge da Epatiti ABC, Gonorrea, Sifilide etc etc 

Alcuni  studi scientifici ( hanno dimostrato l’efficacia di due farmaci antiretrovirali (Tenofovir e Emtricitabina riuniti in una sola compressa) che, se assunti da persone Hiv negative, impediscono la trasmissione del virus Hiv. La modalità di assunzione può essere:

On demand:  prendendo due pillole da 2 a 24 ore prima di fare sesso, una terza pillola 24 ore dopo la prima assunzione ed una quarta dopo altre 24 ore

Quotidiana: 1 pillola al giorno

In Italia è stato approvato l’uso del farmaco anche a scopo preventivo, ma allo stato attuale non sono ancora state definite le modalità per la somministrazione.

E’ necessaria la prescrizione di un medico infettivologo ed è possibile ordinarlo in farmacia a proprie spese. Il costo di una confezione da 30 compresse è di circa 700€. Sono in commercio però i farmaci generici a un prezzo molto inferiore. Il farmaco, usato per curare le persone con Hiv, è generalmente ben tollerato, anche se può causare danni a carico dei reni. E’ bene usarlo sotto controllo medico.

6 “regole” per il sesso tra coppie spiegate dai sessuologi. di Brittany Wong Responsable adjointe de la rubrique Divorce du Huffington Post

Seguire le regole non è mai stato così divertente

VGAJIC VIA GETTY IMAGES

Anche le coppie che partono in quarta con una vita sessuale rovente attraversano dei periodi bui arrivate ad un certo punto.

Di seguito, alcuni sessuologi illustrano sei regole e linee guida utili per restare soddisfatti sessualmente in una relazione di lunga durata. (Quando le regole sono così divertenti, perché dovreste romperle?).

1. Mettete in pratica la “regola di platino”

“Conosciamo tutti la regola d’oro: tratta gli altri come vorresti essere trattato. Ma è con la regola di platino che si entra nel vivo. Fai al partner quello che vorresti facesse a te. Sul serio, cosa lo eccita di più? Impegnati a farlo almeno una volta alla settimana – Megan Fleming, sessuologa di New York e autrice di “Invisibile Divorce: Finding Your Way Back to Connection”

2. Non paragonare la tua vita sessuale a quella degli altri.

“Rick e Jeff fanno molto più sesso di noi”, una frase da evitare ma una trappola in cui le coppie cadono spesso. Quando iniziamo a paragonarci agli altri, o troviamo un modo per apparire al meglio, oppure sembriamo essere da meno. Una connessione sessuale di lunga durata non si basa sul decretare chi lo fa meglio o chi lo fa più spesso. Col tempo, la sintonia sessuale con il partner cambierà, crescerà e, se siete aperti, vi porterà in luoghi dove non avreste mai pensato di andare. Vivrete momenti di grande intensità e piacevole connessione, e momenti decisamente meno eccitanti, sentendovi annoiati e disconnessi. Ricordate: è normale in una lunga relazione” – Keeley Rankinsessuologa di San Francisco, California.

3. Concentratevi sugli aspetti del partner che vi eccitano di più, non su quelli che spengono il desiderio.

“Quando le coppie vengono da me per riaccendere la loro vita sessuale, li esorto a individuare i momenti in cui trovano il partner attraente o sessualmente appetibile. È facile rimuginare sulle cose che ci spengono, ma non dedichiamo molto tempo a concentrarci su ciò che ci eccita. Quando chiedo loro quali aspetti del compagno trovano eccitanti, spesso hanno difficoltà a formulare risposte che vadano oltre la superficie. A volte non riescono a farsi venire in mente proprio niente. Succede perché viviamo in una cultura basata sul dubbio “cos’hai fatto per me ultimamente?”. Li incoraggio a ricordare gli aspetti del partner che li hanno sedotti all’inizio e cercare di creare delle interazioni finalizzate a riprodurre quelle sensazioni. Chiedo loro anche di riflettere sui momenti in cui trovano l’altra metà particolarmente attraente. Una donna mi ha detto che si eccita sempre quando suo marito porta il loro bambino sulle spalle. “È così forte eppure gentile allo stesso tempo. Volevo fare sesso con lui proprio lì, al centro commerciale”. Un marito mi ha confidato che si eccita quando sua moglie difende i bambini a scuola. “È così sexy quando è in modalità mamma orsa”. Prendere coscienza del contesto e delle situazioni in cui trovi il partner sessualmente appetibile – e celebrare quell’energia – è un ottimo modo per mantenere vivo l’interesse – Kimberly Resnick Anderson sessuologa di Los Angeles.

4. Fate sesso almeno una volta alla settimana.

“Gli studi dimostrano che le coppie che fanno sesso una volta alla settimanariscontrano un livello di soddisfazione relazionale più elevato rispetto a chi fa sesso meno di una volta alla settimana. Il sesso genera sensazioni piacevoli che possono durare per giorni. E ricordate, non si gioca tutto sulla frequenza, ma anche sul modo di relazionarsi l’uno con l’altro. Tipologie diverse di sesso portano a tipologie diverse di benefici. C’è il sesso che rafforza la connessione emotiva (fare l’amore), il sesso che espande creatività e fantasia, il sesso che agisce direttamente sui nostri sensi (vista, udito, gusto, tatto e olfatto) e c’è il sesso che si fa solo per il piacere del sesso o per liberarsi dallo stress (come una sveltina oppure un po’ di tempo concesso alla masturbazione). Perciò, cercate di essere costanti, alternate gli approcci e mantenete alte le vostre “aspettative sessuali”. A volte, se non si è dell’umore giusto, è necessario mettere in azione il corpo e fidarsi che la mente lo seguirà” – Ian Kerner, sessuologo e autore di “She Comes First: The Thinking Man’s Guide to Pleasuring a Woman”.

5. Pianificate appuntamenti senza bambini (Ancora meglio, prenotate una stanza in albergo)

“I bambini assorbono così tanta energia che spesso si è troppo esausti per dedicarsi all’altro. Ma la cosa migliore che possiate fare per i figli è mostrare loro che avete una vostra connessione (indipendente da loro), che non state insieme solo per loro, ma perché vi piacete sinceramente. Questo significa uscire da soli. Se non avete una famiglia vicino o soldi extra per pagare una baby sitter, offritevi di badare ai figli di un’altra coppia per una sera, e in cambio la coppia si occuperà dei vostri bambini il weekend successivo. Una volta all’anno, concedetevi il lusso di una notte in albergo per fare sesso. La novità di fare sesso in un luogo inconsueto attiverà la dopamina nel cervello. La dopamina è lo stesso neurotrasmettitore responsabile della scarica di piacere. Qualunque attività insolita (provare un nuovo sport, una pietanza mai mangiata, visitare luoghi mai visti), attiva la dopamina – Kimberly Resnick Anderson.

6. Provate l’outercourse (“Che cos’è?”, vi chiederete. Ve lo spieghiamo)

“Per molti di noi, il rapporto completo è spesso la portata principale sul menù. Il cosiddetto outercorse – cioè sesso orale, stimolazione manuale, altre forme di contatto e stimolazione clitoridea diretta – viene messo in secondo piano. Eliminare il rapporto sessuale è come diventare vegani e rendersi conto di quanto siano sane e piacevoli le opzioni che non prevedono la carne. Studi recenti rivelano quasi tutte le donne preferiscono un alto grado di stimolazione clitoridea per raggiungere l’orgasmo, inoltre dare la priorità all’outercourse vi permetterà di scoprire nuovi sentieri verso il piacere che deviano dalla strada più battuta. – Ian Kerner.

Pan, paniskoi e panico. La paura della propria istintualità.

Il simposio su Eros e Arte nasce da una mostra ospitata nelle scuderie di Palazzo Chigi Albani, relatori il prof. Giorgio di Genova, la dottoressa Francesca Pandimiglio, il dottor Danilo Moncada Zarbo di Monforte.

Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine
Relazione del dottor Danilo Moncada Zarbo, psicanalista.

Freud nel 1913 per tre settimane si recava a San Pietro in Vincoli a Roma, era attratto dalla forza del Mosè di Michelangelo. Pubblicò il suo saggio su “ il Mose di Michelangelo” in forma anonima l’anno successivo. Lo considerava un figlio illegittimo nato fuori dalla psicanalisi.

La capacità di vedere, di analizzare e interpretare, ovviamente non è solo degli Psicanalisti, ma quel testo esprime il desiderio di cogliere elementi già esistenti nell’opera d’Arte e raccontarli attraverso un occhio differente.

Ogni tensione della pietra, ogni sguardo ogni muscolo viene analizzato dall’inventore della psicanalisi.

Questa relazione tra Arte e Psiche e viceversa è il miracolo del Genio creativo.

Guardando la Fontana di Papacqua a Soriano del Cimino, giustamente detta della Natura, e firmata in greco antico dal suo scultore, non si resta indifferenti alla potenza del simbolo e al racconto che ne scaturisce.

La fonte è ricca di simboli di trasformazione e rinascita, di perdita ed elaborazione. Ci prepara ad un viaggio, e ci chiede di lasciare alle nostre spalle il mondo profano che funziona attraverso altri sistemi.

Questa Fonte è dissetante e guaritrice, racconta di un processo armonico di integrazione e non di giudizio.

Come in un sogno elementi diversi attraggono l’attenzione, ma la comprensione o il nesso sfugge.

Nel sogno, che non obbedisce alle leggi dello Spazio/tempo, si condensa l’esperienza dell’interno e dell’esterno. Dell’io e dell’altro, soggetto ed oggetto.

Il sogno e l’opera d’arte, il genio e l’intuito afferiscono o proferiscono dal gran bacino di Psiche.

Una mia paziente riteneva di non avere diritto alla maternità a causa (lei sosteneva all’inizio della psicoterapia) del suo forte desiderio sessuale un giorno portò in analisi un sogno:

Si trovava sospesa sopra una fonte d’acqua, immersa ma distaccata come se l’acqua non la bagnasse.

I suoi piedi scalpitavano come zoccoli e sentiva ma non vedeva il contatto con la terra solida e rocciosa.

Sapeva, la paziente, di avere molte mammelle e provando a contarle arrivava a 7.

Alcuni feti, non nati ma non morti, cercavano le sue mammelle nutrienti ma lei ne era spaventata.

Riconosceva i volti ma non i corpi deformi.

Questa donna era magra, consunta, incapace di stabilire relazioni durature e con una forte componente suicidale.

Davanti alla fontana di Papacqua, nella bella Soriano del Cimino, circa trent’anni dopo ho ritrovato il sogno della mia paziente di allora. Ritrovato grazie agli studi di Jung sull’Archetipo che tutto rivela nella sua potenza ma chiede di essere visto.

Un elemento femminile è il centro di una serie di simboli, piccoli Paniskoi (i piccoli pan) vengono accolti e sostenuti da una madre anche lei di duplice natura.

E’ insieme donna e capro, una satiressa.

E’ questa una Creatura che fuoriesce dalla roccia e dall’acqua è insieme Istinto e Riflessione.

Il volto è sereno, non si difende perché non c’è pericolo.

E’ la Natura che non è in pericolo ma nutre chi la riconosce come madre, come nel sogno. Unisce elementi apparentemente distanti.

Pan, che non è un satiro è un Dio figlio di un Dio e di una Ninfa Driope.

Suo padre è Ermes, il Dio che seduce, il Dio Ladro, lo psicopompo. Ermes è Padre anche di Eros e di Ermafrodito concepito con sua sorella Afrodite.

Ermes in modo non molto chiaro, forse violento, sedusse la ninfa e da questo rapporto nacque Pan, il cui sembiante è la narrazione di quanto accaduto.

È un bambino barbuto e peloso ed ha metà corpo (genitali inclusi) di animale.

La madre spaventata, rifiutante forse non pronta lo abbandona. Orrenda vista per gli esseri umani un bambino che racconta la verità dell’incontro tra il divino e il terreno.

Il padre che è un Dio lo raccoglie e lo porta sull’Olimpo, li ciò che sulla terra era mostruoso diventa magnifico e il Dio riceve i complimenti degli Dei.

Essi si complimentano col padre, il frutto sincretico e simbolico che spaventa gli umani suscita la ammirazione e la meraviglia dell’Olimpo.

Del resto Orazio recita “odi profanum vulgus et arceo, favete linguis, carmina non prius audita sacerdos musarum virginibus puerisque canto”.

Ma questo giovane e nuovo Dio non sarà un abitante dell’Olimpo, come ben conosciamo in psicanalisi egli cercherà conforto e riconoscimento proprio li dove fu rifiutato. Vivrà sulla terra, sarà un Dio in Terra tra i mortali che lo rifiutarono spaventati.

Troviamo Ermes è rappresentato a Papacqua negli Erma e attraverso altri simboli.

Metafora di come il mondo del divino e quello degli umani spesso non coincidano Pan sviluppa una duplicità.

La solitudine ben conosciuta del Genio, la solitudine quindi dell’Artista, del ricercatore, dello scienziato cosi disconosciuta in terra e così amata nei cieli.

Mi viene in mente la poesia di Baudelaire “L’Albatros”.

Pan dunque, tradotto a volte Pane, è insieme protettore e fonte di panico.

Un suo passatempo, come il padre, è quello di sedurre giovani Ninfe non sempre in modo lecito.

Una di queste si chiamava Siringa, per sfuggirgli spaventata dalla irruenza della sessualità di Pan, si nasconde tra le ninfe che per sfuggirgli si trasformano in 7 canne mentre cantano un lamento dolcissimo. Ovidio ci racconta questo bellissimo mito, che chiede di restare vergine come la Dea Diana.

E Pan raccoglie le canne, non è violento ed mettendole insieme con della cera, ne raccoglie il canto virgineo e celestiale, è il primo Flauto dal quale uscirà il suono dei 7 cieli e che chiamerà come la vergine Siringa.

Pan irruento, pulsionale, spaventa e protegge.

Il tema ad esempio nel sogno della mia paziente era il rifiuto della sua sessualità.

Consapevole del desiderio e del prezzo che ne pagava, pensava che questo non le avrebbe mai consentito di diventare una brava madre.

La sua vita dunque, trascorreva tra lunghi percorsi notturni che la esponevano a molti pericoli, e il grande senso di colpa diurno per l’allontanarsi dalla sua natura. Eppure quella donna amava sinceramente, ma meno sinceramente veniva amata.

Il patto con il marito, piu grande di lei, era: “quello di fare sesso con molti uomini e solo lei donna, al centro del desiderio di tutti”. La signora inizio a pensare o percepire che il marito la utilizzasse come sostituto per la propria impotenza sessuale. Infatti quest’uomo non raggiungeva l’erezione se non in questi contesti sessuali. Questo trasformò il suo originario gioco, sincero con se stessa, in rabbia e senso di colpa.

Un oggetto sessuale e non un soggetto di relazione sessuale, con il marito le proibiva di avere figli, perché i figli sono della madre vergine.

Il tema era complesso, la donna ha diritto a fare sesso con chi vuole, e questo desiderava la signora, ma la proibizione della maternità era elemento di giudizio introdotto in quello che era nata come relazione fuori dal pregiudizio. Questa donna era profondamente madre ed accogliente, ma all’interno di una relazione giudicante la maternità veniva allontanata.

E come ben si sa reprimere un elemento nucleare (istintuale) crea una repressione in quasi tutte le aree della personalità.

Oggi forse chiameremmo poliamore quell’amare?

Consentito all’uomo, alla donna viene precluso per pregiudizio, non è dunque una opzione ma diventa obiezione?

Una donna consapevole della propria sessualità e del proprio diritto alla scoperta di se non accetta rapporti sbilanciati o di potere.

Come nello Zohar Lilith la prima donna rifiuta la supremazia del maschio alla ricerca del rapporto paritetico così la satiressa concilia in se pulsione e consapevolezza. E’ la natura che chiede di essere vista, riconosciuta e non rifiutata.

Ma cosa è Natura?

La fontana di Papacqua che emerge dalla terra Madre e nutrendo di acqua curativa è essa stessa madre accogliente, è una porta d’ingresso.

Ci chiede all’ingresso di osservare il creato e vederlo per interno senza censure o pregiudizi.

Il viaggio che inizia entrando a Papacqua, annuncia equilibrio attraverso le trasformazioni.

Una struttura psicologica in equilibrio accetta, a volte terrorizzandosi ma accetta, la propria Ombra.

La capacità della mente di elaborare il trauma e superare la Krisis (decisione) richiede il contatto e non la negazione.

La rana con il suo significato connesso alla fertilità e all’amore sono esse stesse simbolo di metamorfosi è una costante rigenerazione ma è collegata anche alla punizione che le ninfe pietose subirono da parte di zeus per la sepoltura del corpo di Euforione in fuga dal Dio innamorato pazzo del giovane Alato che lo rifiutava.

La civetta che vede benissimo guarda proprio nell’ombra, è animale notturno.

Le chiocciole anch’esse un simbolo lunare, mostra e nasconde, è il tema dell’eterno ritorno. In quanto conchiglia è vulva e simboleggia il movimento nella permanenza. L’essere attraverso le fluttuazioni del cambiamento. Anche la chiocciola proviene dalla terra e viene fuori con l’acqua.

La tartaruga a ribadire lo stretto legame con il Dio Ermes con l’Arcadia.

Pan è armonia dei 7 cieli, ma non accetta il rifiuto.

Pan è protettivo ma non accetta l’abbandono.

Questa caratteristica specifica del mito è proprio alla base degli attacchi di Panico.

Il panico si manifesta proprio quando ho paura della mia propria istintualità animale. Rifiutare il bambino con caratteristiche animali produce un trauma nel bambino stesso. Identificato col padre, e compagno di Dioniso, Pan spaventa chi lo rifiuta.

Rifutare parti istintuali di sé, rifiutare ad esempio la propria sessualità produce un sentimento di abbandono.

Il nucleo della nostra identità si percepisce rifiutato, il Panico successivo copre con il suo forte rumore il dolore e la delusione dell’abbandono.

Il panico distoglie il soggetto ma non intimorisce Pan il cui obiettivo è l’aquilibrio e l’armonia.

Lui, il Dio, frutto di una passione e poi rifutato richiede equilibrio e l’accettazione della differenza.

Il suo Flauto narra a sette voci in una unica armonia ed incanta proprio per essere una polifonia armonica.

Che lo strumento sia Siringa spezzata in sette voci o Siringa e le altre Ninfe che si trasformarono per mantenere la propria natura in altra forma, poco cambia.

Dei, ninfe, umani ogni genitore ha una sessualità. Raccontare ai figli la naturalezza del sesso significa proteggerli dal panico che il rifiuto genera.

Conoscere se stessi e il proprio corpo, sapere dei propri istinti, il diritto al piacere sono temi connessi alla natura dell’essere umano.

L’identità sessuale si struttura quando le aree neurolinguistiche del cervello si formano.

Cioè quando iniziamo a dare un nome al caos della esperienza.

Noi siamo quello un piccolo bambino accettato o rifiutato (Paniskoi, o il perverso Polimorfo di psicanalitica memoria) accolto o abbandonato. Abbiamo in piu la esperienza dell’adulto e i conseguenti processi di elaborazione del trauma. Possibili ma per mia esperienza clinica poco usati.

Una grande rivoluzione della sessualità, che il mito aveva già colto nel racconto della ribellione di Lilith e poi di Eva e quindi di Adamo, porta prima la donna e poi l’uomo alla consapevolezza del potere Creativo, generativo; una successiva importante rivoluzione è quella della separazione del processo riproduttivo dal rapporto sessuale. Si può fare sesso e non generare attraverso ad esempio gli anticoncezionali di barriera e non.

Driope è una madre abbandonica? Certo è spaventata ma è abbandonica. L’elemento divino del figlio la turba. Il suo genio la spaventa.

La personalità della mia ex paziente ad esempio emerse proprio dal suo sogno esattamente come la natura del gruppo scultoreo di Papacqua, questa donna dovette immergersi nella propria natura, conoscerla senza giudicarla, proteggersi senza evitarsi.

Il cambiamento nella sua vita passò proprio da un riconoscersi, e le sue sette mammelle nutrirono 7 diversi elementi della sua personalità che erano prima schiacciati da pregiudizi e stereotipi.

Accolse il suo desiderio di amare, e desiderare ma lo considerò una sfumatura della sua personalità. Consapevole del processo di dipendenza elaborò un nuovo modo di vivere le relazioni, più centrata su di sé.

Avvenne in un modo apparentemente casuale, i lunghi percorsi analitici all’interno della spelonca per un contatto pieno con il Sé era compiuto.

Era una donna piu matura, florida, curata, serena, guardava al futuro. Ricca di potenziale lo utilizzò dando una direzione, come la Natura del gruppo scultoreo di Papacqua che guarda altrove perche molto ben radicata nel presente.

Mi stupii nel vederla esattamente come lei si vedeva, bellissima e serena.

Una personalità che accoglie se stessa e non rifiuta è madre in molte forme: sostiene e nutre, attendendo il ciclo della metamorfosi come raccontato da Ovidio.

Il libro le Metamorfosi racconta la storia di personaggi mitologici che sopravvivono al cambiamento perché lo accettano. Tutti sopravvivono tranne due: Atteone e Fetonte che presi dal panico moriranno.

E’ natura Pan e la sua trasformazione in “buon Pastore”, il politeismo perde consenso e lascia il posto al Dio Unico.

Il politeismo degli Dei lascia il posto al Cristianesimo e così Pan assume le fattezze del buon Pastore e morirà probabilmente per tornare utile all’impero di Tiberio.

I genitori lasciano il posto al figlio e lo sostengono in equilibrio tra istinto e riflessione.

E’ natura la porta e la fonte di Papacqua è “sesso” ed è “senso”. E’ una porta alla scoperta della vita.

Il mondo cambia e cambierà anche Pan, ma la dinamica psichica che racconta resta immortale. Il tema della pulsione sessuale, dell’istintualità, il bilanciamento tra Io ed Es, di freudiana memoria, rimane.

Come rimane il racconto di Armonia e dell’equilibrio che non sono acque morte ma fonte inesauribile.

Allegorie, simboli, come in un sogno ed a volte come in un processo psicotico all’improvviso esplodono nel pieno del loro contenuto.

L’eros nascosto in ogni scultura di Papacqua si manifesta come nel sogno della mia paziente, attraverso il grande monito della porta.

La paura della nostra istintualità, la negazione della nostra sessualità, dell’eros che ne deriva o da cui deriva significa perdere la connessione con Pan.

Jung ci mette in allerta sul pericolo della negazione dell’istinto, Freud su quello delle pulsioni. Io es e Superio della topica di Freud delinea lo straordinario potere pulsionale Eros e Tanathos e della dinamica tra Io Es e SuperIo.

Il conflitto o lo strapotere di una di queste parti genera sofferenza, ma l’obiettivo sarà rendere conscio ciò che era inconscio.

Nella fontana generatrice di Papacqua, la natura emerge ha incontrato Pan e non lo ha rifiutato.

I piccoli Paniskoi sono accolti, hanno una madre/natura che li riconosce e non li rifiuta.

Il trauma dell’abbandono è riparato nella narrazione dell’equilibrio armonico.

E’ prospera e serena la Natura, in grado di fare contatto ed è consapevole includendo in se pulsione animale e bellezza leggiadra.

La ninfa sfuggita rinasce essa stessa recante il codice genetico di Ermes il padre. Riconcilia equilibrando, modera congiungendo, guardando al di là ..al futuro.

Amare tra le bestie, una lettura del film o dal film “Un anno con tredici lune” di Rainer Werner Fassbinder (1978) di Danilo Moncada Zarb. Credits: pubblicato dal quotidiano DI-ROMA diretto da Giuseppe Grifeo e dalla rivista di critica cinematografica ilcinemante diretto da Claudio Caruselli, copy Danilo Moncada Zarbo, cinemante s.r.l. DI-Romamagazine

Amare tra le Bestie

 

articolo del Dottor Danilo Moncada Zarbo 

Quando Il Cinemante mi chiese una lettura del film “Un anno con tredici lune”, ho ripensato a quante volte nel corso della mia professione ho incontrato “Erwin” o “Elvira” o come si dice “Armin Meier”…

Mi sono chiesto, dunque, se rileggere ancora una volta la dinamica del suicidio o se invece osservare quanto più spesso portato sul lettino o sulla poltrona di uno psicologo: “io rinuncio a me così potrò essere amato”.

Fatua illusione o vizio di forma nell’esistere, è un caso frequente.

La rinuncia a esistere per completare il presunto desiderio o aspettativa dell’altro, si esprime, a volte, nella negazione nevrotica di “cosa io sono”.

“Io sono è vero anche in complemento a Te, ma non in forma esclusivamente dipendente da Te”.

È questo il forte impatto nell’utente, ad esempio durante il lavoro con le coppie, quando si parla di Due in coppia e non di una coppia, due individui autonomi e indipendenti nel rapporto, che si ritrovano (in un percorso a volte parallelo a volte divergente) insieme.

La storia di Erwin mi ricorda, allora, tante donne che hanno rinunciato ad esistere. Rinunciatarie per essere prima figlie, poi spose o simili, poi madri, e che diventate nonne, vedove, si ritrovano con un corpo che reclama ascolto e un sè (anima, psiche o quant’altro di dinamicamente interagente tra i due descrittori) che implora passione.

Caro Erwin o cara Elvira, difficile amare tra le bestie.

Difficile vivere col peso di dover decidere autonomamente “cosa per me è ingiusto o giusto”; non hai un padre o una madre che hai dotato del coraggio di farlo per te, che ti acquieti.

Difficile dire se ciò che provi nel tuo amplesso è piacere, perchè non ti sei ascoltata/o e fatta/o sentire, o non hai potuto dire all’altro: “ascolta, questo mi piace”.

Paura forse dell’abbandono da un punto di vista, evitamento del confronto da un altro, mancata consapevolezza da un altro ancora.

E poi bisogno inespresso di accoglienza e mancato ascolto della propria capacità di strategia, di sostegno, forse l’uno o l’altro, sicuramente tutti questi fattori insieme.

Sofferenza di chi si trova a ripercorrere e a replicare gli schemi dell’infanzia della educazione che ha perduto il significato dei latini di EDUCERE, trarre fuori, per quello più comodo di In ducere, metto dentro.

Potrei chiamare Erwin con cento altri nomi di pazienti che sotto il peso di una educazione retriva e bigotta non hanno saputo o potuto crearsi dei sistemi di filtraggio o sperimentare una posizione nuova, un punto di vista e osservazione nuovo.

Potrei chiamarli Roberto, di trent’anni, che ha rinunciato alla propria sessualità dai tredici, come Elvira-Erwin nei suoi continui sforzi di trovare l’amore, così solo e disperato.

Ti ricordi Roberto, la tua scuola e le sue regole, la tua famiglia e le sue regole, il paese e le sue regole e il tuo tentativo di scoprire te stesso e gli altri a prescindere da tutte queste regole?

Come in “In einem Jahr mit 13 monden”, la madre non rinuncia alle sue regole e forme per rendenrti libero di amare ed essere amato.

Non a caso, credo, anche la madre reale di Fassbinder compare nel film, nel flashback dell’infanzia e del convento.

Queste madri o padri così belli e crudeli, così brutti e dolcissimi, così umani.

Ti ricordi la tua scelta di amare tra le bestie e il venire scoperto da tua madre, tuo padre, tua sorella, senza vestiti e sorridente con l’amante nudo che scappa perchè anche per lui ci sono le regole.

La tua solitudine la mostri a modo tuo.

La mostri nel tuo desiderare e spaventarti del tuo desiderio al punto da dire “io non provo nulla: dottore cosa vuol dire emozione”.

Il tuo non ricordare, Roberto, nulla del corpo che cresceva se non il divieto e questo grande bisogno di essere nella sessualità, rubato nelle docce della caserma tre anni fa.

E poi ancora colpa, pesante colpa di chi ama tra le bestie, che si squartano si mangiano si vomitano e non si vedono.

I pazienti si vedono molto invece, hanno amato sinceramente e si sono bruciati d’amore, amano tutti anche le bestie in questo disperato bisogno di darsi senza difese e ricevere senza paure.

Ah certo, mi vieni in mente Rosalba, con il tuo meraviglioso bosco e la tua fonte notturna che hai ricreato tante volte e tante altre me l’hai mostrato.

Non aveva il bosco le zie titaniche, enormi e aguzzine, che delegate ti costringevano alle mani fuori le lenzuola tra i loro corpi pesanti e vecchi.

I rituali del legarti per non lasciare che il corpo crescesse con le sue sensazioni, con il tuo scoprirlo.

Con tutti i tuoi morti, così tanto amati. Questo tuo bisogno di dirmi, “perchè per uscire dal dolore, devo attraversarlo”, con i tuoi amori scappati e il tuo tenerli tutti in petto stretti. Caldi, vivi.

Amarli tutti, squartata, mangiata, vomitata, ma io mi sento amata se ti dico amore, un giorno capirai.

Lavorare su questo tipo di difficoltà, fino ai limiti della patologia e oltre, impegna il setting terapeutico su più fronti. Il lavoro sulla consapevolezza, nel cosa fai, cosa senti, cosa vuoi, cosa ti aspetti, che cosa eviti, implica un impegno su più livelli, dalla consapevolezza del comportamento al contatto con le emozioni e le sensazioni, dall’intenzionalità al contatto tra sostegno e autosostegno e il contatto con i propri fantasmi “chi e cosa evito”.

Ciascuna delle persone di cui ho parlato a grandi linee ha evitato il contatto con un modello di relazione che in passato ha causato dolore, sofferenza profonda. Un modello di rapporto tra un bambino che protesta la propria indipendenza come diritto e una famiglia centrata sul proprio bisogno e castrante, una famiglia non anaffettiva ma eccessivamente sicura del proprio ruolo e disposta a tutto per difendere lo status.

Il lavoro maggiore è spesso incentrato nel rendere consapevole ciò che non è.

Passare da un concetto di sostegno ambientale in cui il paziente affronta il suo viaggio con un sostegno affidato allo psicologo, come Dante incontra Virgilio per attraversare il suo inferno.

È un processo riparativo che riconfigura qualcosa che non ha funzionato.

Un viaggio tra incoraggiamento e frustrazione che offra alla persona una nuova prospettiva, da più punti di vista, sul presente.

È una realtà nuova perchè pluriosservata, se si può così dire, da un’unica persona.

Mi piacerebbe qui introdurre il concetto di realtà come costruzione del reale, ma forse si avrà più tempo un’altra volta.

Consentitemi, una finestra sulla mia emozione, come diceva James Whale nel suo Frankestein “i mostri? Eccoli qua”.

Poliamore

Poliamore e monoamore

La premessa necessaria in una società ancora pervasa da pregiudizio e stereotipi è che non è possibile assumere un aspetto del comportamento umano come descrittore unico della totalità degli esseri umani, delle donne e degli uomini.

Condotte soddisfacenti per alcuni diventano fonte di angoscia per altri e non esiste un unico modello valido per tutti.

La complessità della mente, quale frutto delle interazioni tra Bios e Ambiente, rende merito ai temerari che nei secoli si sono battuti per la libertà di ricerca e per il dibatttito tra le scienze e la filosofia.

Non esiste Mente senza Cervello ovviamente ed il contrario è fonte di ampio dibattito, cioè se sia etico o non etico mantenere artificialmente un cervello attivo senza coscienza.

Il confine tra eticità e potenzialità, lo iato tra morale e bisogno, viene nella prassi superato ogni giorno da milioni di persone che tra la Physis(Φύσις) e la Psychè (ψυχή)scelgono la legge interna quella dell’Uomo.

Fatta la necessaria premessa mi colloco nella comoda posizione dell’osservatore dell’essere umano, cercando nel mio lavoro di aiutare le persone a ritrovarsi chiunque essi siano.

Frequentemente, anche se non in modo cosi chiaro e diretto, uomini e donne parlano del desiderio di innamorarsi o intrattenere relazioni con piu persone. Alcune persone immaginano o vivono la propria affettività ed il proprio desiderio nel contesto di amori molteplici.

Il neologismo Poliamore include  il vissuto di uomini e donne che sentono di potere sperimentare contemporaneamente ed in modo chiaro  piu relazioni intime; senza che nulla venga nascosto ai partner o alle partner coinvolte.

Fuori da pregiudizi o giudizi moralistici, il fenomeno è sempre esistito.

Il poterne oggi parlare, in alcuni luoghi del mondo, ed il riuscire a discuterne in ambito scientifico evidenzia una presa di coscienza per la quale il vissuto delle persone è un elemento significativo.

L’assunto fondamentale della psicologia moderna, del resto, dice che …non è vero che l’eccezione conferma la regola…ma l’eccezione apporta un contributo importante per la redifinizione della regola stessa

Le vecchie categorie concettuali che descrivevano l’esperienza affettiva e sessuale sono oggi ridefinite sulla base delle nuove esperienze cliniche e di un piu facile accesso al reale vissuto delle persone intervistate.

Il campione degli intervistati nel campo della ricerca è piu ampio e piu disponibile a rispondere in modo sincero alle domande sulla propria intimità.

Ad esempio anni fa venne chiesto ai fruitori di siti web, con la garanzia del totale anonimato, di descrivere cosa realmente facevano a letto, se facevano sesso protetto, e con quanti partner in una settimana in un mese e in un anno.

Il risultato era interessante; certo non rappresentativo della totalità della popolazione ma interessante.

Nella relazione poliamorosa tutto viene vissuto alla luce del sole, senza il vissuto di fuga o di clandestinità. Tutto è detto e non nascosto e viene vissuto dai partners come un non tradimento, talvolta una condivisione.

Indubbiamente appare complesso in una società fondata sulla monogamia;  questa posizione che I poliamorosi definiscono filosofica  implica la modifica di concetti ritenuti fondanti e indiscutibili.

Esiste una eticità nel vivere piu relazioni fuori dal giogo della clandestinità e gia  Barash e Lipton nel libro Il mito della monogamia. Animali e uomini (in)fedeli

(David P. Barash e Judith E. Lipton, ed. Cortina, 2002) tracciavano un interessante profilo della nascita di un immaginario monogamico a partire dall’osservazione etologica e poi dopo antropologica.

Due coraggiose donne, psicoterapeuta e sessuologa, pubblicarono nel 1997 un libro dal titolo provocatorio: La zoccola etica

Dossie Easton e Janet W. Hardy, ed. Odoya, 2014 edizione italiana  arrivata in italia quasi 20 anni dopo.

Il coraggio non sta nell’approvare un modello valido per tutte e per tutti ma quello di mostrare al mondo la varietà e la variazione della affettività e della sessualità.

L’ambiguità e la malafede sono, come dice Simona Argentieri nel suo saggio ( einaudi 2008),  “ piccolo crimini della coscienza ed I comportamenti ambigui sono il sintomo di un forte disgio sociale e psichico”.

Alcuni mentono dopo avere tradito, mentono anche durante il tradimento. La famosa frase del “ negare, negare, sempre negare” davanti alle domande della persona tradita è un atteggiamento diffuso.

L’incapacità dell’Io di conservare la propria organizzazione di realtà a seguito di un distrubo narcisistico della personalità è una delle cause della menzogna patologica.  Il  disturbo del bugiardo è anche  originato da un conflitto strutturale con il Super-Io psicanalitico  o dalla perdita traumatica  dell’Imago parentale con insufficiente conseguente idealizzazione dello stesso Super-IO. L’obiettivo terapeutico è quello di elaborare le bugie fino a quando esse possano ridiventare fantasie, poi progetti ambizioni e ideali fantastici e poi rimpiazzati da modelli di azione e da scopi ragionevoli ( Kohut ( tipi di traslazione speculare 1971).

In questo contesto il Poliamore diventa un modo per essere chiari con se stessi e con gli altri, se questo è il loro desiderio e non una ulteriore occasione di fuga.

Avendone visto il carattere di disambiguazione cioè di uscita dalla ambiguità  diventa utile osservare l’irruzione dell’angoscia nelle coppie dove il poliamore non viene vissuto allo stesso modo.

Un modo per intervenire nel lavoro psicoterapeutico e sessuologico con le coppie e quello dell’esplicitazione delle fantasie.

Uomini e donne elaborate la bugia (tradimento) portano nella coppia la fantasia del rapporto sessuale con terzi o quarti o quinti etc.

Tale fantasia appare innocua in una coppia che la accolga come tale, appare devastante in presenza di rigidità o insicurezze.

L’insicurezza del rapporto, o l’insicurezza del proprio sentimento, la perdita di stima o autostima generano un territorio indisponibile alla novità sia pure sotto forma di fantasia.

L’uso di vibratori viene spesso vissuto come una sconfitta mentre nella realtà è una occasione di gioco e di piacere. Un paziente dopo anni di fuga dal rapporto sessuale con la moglie (stereotipato e veloce) riusci a chiederle di usare un vibratore ma non come lei si attendeva.

Questo creò una crisi nella coppia che li portò a riconsidersi e scoprirsi a vicenda, l’esperienza della penetrazione del marito fu vissuta come una condivisione ed un gioco che liberò la coppia dal disagio della ambiguità.

Volere essere penetrate da una donna è una fantasia piu diffusa di quanto non si dica, e l’uso degli STRAP-ON altrattanto diffuso. Lo strap-on è una protesi di silicone che viene indossata per penetrare, alcuni hanno un doppio fallo per penetrare e penetrarsi contemporaneamente.

Riuscire a vivere le proprie fantasie all’interno del rapporto azzerò il senso di colpa del marito consentendogli di superare l’eiaculazione precoce e la frustrazione prodotta nei due membri della coppia. La eiaculazione precoce, disturbo molto diffuso unitamente o separatamente alla perdita della erezione, descrive una eiaculazione che si manifesta quasi immediatamente dopo I primi approcci sessuali e a volte anche in assenza di erezione.

Contestualmente la signora interruppe le relazioni sessuali che viveva idealizzando I partner occasionali e trasformandoli in grandi amori che poi lasciava utilizzando sempre lo stesso meccanismo.

In conclusione ritengo che all’interno della sessualità ci sia molto spazio, e che ciascuno si puo collocare all’interno di essa nel pieno ascolto di se e nel totale rispetto di se e degli altri.

Il mondo colorato della fantasia e della fisiologia non è inscrivibile in un nero su bianco, è invece un luogo che oscilla tra fantasia e realtà il cui perno è la consapevolezza di cio che siamo, di ciò che vogliamo e di quello che non possiamo.

 

Identità, orientamento, ruolo sessuale.

Proposta di regolamentazione per l’ordine degli psicologi e ordine dei medici sulle tematiche GLBT al Congresso del 2004

Obiettivo di questa proposta e dunque anche del mio intervento è quello di predisporre una piattaforma di obiettivi condivisi.
Il primo di questi obiettivi è una campagna di informazione scientifica.
Perché informazione e perché scientifica
Perchè le persone, i nostri vicini di casa, di metropolitana, i nostri colleghi, i nostri fornitori, i familiari sono disinformati, non sanno, o spesso non sono stati informati da alcuni concetti importantissimi quali:
• le delibere dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), della comunità scientifica internazionale, etc.;
• i concetti di genere sessuale, di identità sessuale, di ruolo sessuale, di orientamento sessuale;
• il genere sessuale, l’identità sessuale, l’orientamento sessuale, il gioco di ruolo nel campo sessuale;
Il sesso o genere viene determinato al momento del concepimento: si è femmine o maschi; la definizione è biologica.
Il ruolo sessuale è l’insieme di regole create dalla società che ci dice come comportarci, per essere in armonia col nostro genere, cioè col nostro sesso.
L’identità sessuale è la convinzione personale, profonda, privata, che ciascuno di noi ha rispetto alla propria mascolinità o femminilità. si stabilisce con molta probabilità intorno ai due anni, nel momento in cui si apprende il linguaggio.
La costruzione del’identità, e del’identità di genere nello specifico, è un processo precoce e legato a complessi intrecci tra fattori biologici e fattori relazionali che, evolvendosi nel tempo, producono una molteplicità di differenze individuali collocabili lungo un continuum connotato ai due estremi da identità e ruoli considerati maschili e femminili, secondo parametri che variano da cultura a cultura
Il termine orientamento indica con chi facciamo sesso, verso chi siamo orientati a farlo: cioè:
1. con membri del nostro sesso
2. con membri dell’altro sesso
3. con entrambi
Ovviamente la campagna di informazione diventa scientifica nel momento in cui le persone vengono a confrontarsi con la evidenza scientifica, proposta da fonti auterovoli.
Per questo chiedo l’intervento degli Ordini Professionali degli Psicologi, e dei Medici perché applichino e richiamino alla applicazione di quelle norme del Codice DEONTOLOGICO che impone di non discriminare in base all’orientamento sessuale delle persone/pazienti/utenti.
E’ necessaria una riformazione dei professionisti del settore, è necessario che gli Albi professionali sconfessino quegli iscritti che ancora oggi a distanza di decenni ancora discriminano e compiono un abuso quando “curano” l’orientamento sessuale definendolo patologico.
Quante ragazze e ragazzi, uomini e donne, soccombono dietro questo approccio; quanti crollano dietro atteggiamenti colpevolizzanti.
La parola omosessuale descrive l’orientamento sia di uomini che di donne che preferiscono partner dello stesso sesso. non è una descrizione esauriente delle persone stesse che designa.
la maggior parte delle persone eterosessuali preferisce partner dell’altro sesso, ma noi parliamo di loro come persone non come di eterosessuali a meno che non si stia discutendo in particolare del loro orientamento sessuale.
Da un punto di vista psicologico l’omosessualità è descritta come una attrazione erotica predominante verso individui dello stesso sesso che può essere espressa in una grande varietà di modi o che può essere inibita dalla pressione sociale intollerante, da un conflitto intrapsichico inconscio o da entrambi i fattori per cui viene negata o rifiutata o rimossa. la concezione morale di tipo giudaico – cristiana ha mal tollerato l’omosessualità e in molti paesi è stata dichiarata illegale.
Da un punto di vista legale il percorso verso la normalizzazione della omosessualità ha seguito queste tappe:
• 1954: depenalizzata in Inghilterra (in privato tra adulti consenzienti dalla commissione Wolfenden della camera dei lord.
• 1973: abolita dal manuale diagnostico statistico dei disturbi psichiatrici dell’associazione americana degli psichiatri (dsm-iii).
• 1987: ricondotta nell’ambito delle varianti non patologiche dell’orientamento sessuale. 987: depennata anche come entità diagnostica, la restante categoria di “omosessualità egodistonica” (quella non desiderata e che crea disagio).
• 1993 cancellazione dell’oms organizzazione mondiale della sanità: veniva così compiuto un grosso passo in avanti sul tema della definizione della salute sessuale. Il nostro obiettivo è quello della diffusione della salute sessuale.
Sempre nel 1974 ‘organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito che “la salute sessuale risulta dal’integrazione degli aspetti somatici affettivi, intellettivi e sociali del’essere sessuato che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e del’amore.
La salute si compone di tre elementi principali:
• essere capace di gioire, avendone la piena padronanza, di un comportamento sessuale e riproduttivo in armonia con u’etica sociale e personale ;
• essere esenti da sentimenti di odio, di vergogna, di colpevolezza, di false credenze e altri fattori psicologici che inibiscono la risposta sessuale e turbano la relazione sessuale;
Questa lunga introduzione, un p’ pedante forse, solo per ricordare e richiamare la necessità di una sorta di manuale ad uso degli operatori socio sanitari, dei medici e degli psicologi.
Tale manuale o codice ha la funzione di suggerimento un “memento” per la regolamentazione dei comportamenti del personale sanitario e scolastico nei confronti delle tematiche Glbt.
Una parola fuori luogo, una illazione scientifica, un pregiudizio introiettato e proiettato sull’utente paziente può creare gravi Danni alla salute psicologica.
I colleghi sono invitati, attraverso l’ordine di appartenenza professionale, alla scrupolosa applicazione delle norme comportamentali già introdotte dal codice deontologico.
Da qui nasce l’invito agli esponenti dell’Arcigay affinché operino pressioni presso gli albi interessati ad una stretta applicazione delle norme e soprattutto ad una diffusione di concetti in base alle conoscenze scientifiche attuali.
Un invito a sradicare il pregiudizio affinché si possa nuovamente parlare di Salute sessuale.
Il nostro obiettivo è far sapere ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alle nostre amiche e amici, alle nostre compagne e ai nostri compagni, far sapere ai nostri concittadini, ai nostri pazienti che essere persone non dipende dal sapere con chi faccio sesso o se lo faccio, ma da come rispetto me stesso, da come mi faccio rispettare, da come rispetto l’altro.

Quando il corpo amato diventa sgradevole e repellente.

Rabbia e frustrazione nel rapporto di coppia.
Un aneddoto psicanalitico, poco provato ma ritenuto credibile, riporta che il fondatore della psicanalisi riteneva l’innamoramento destabilizzante e pertanto potenzialmente nevrotico. La carica libidica distolta dall’investimento su se stessi rende l’ìinvestimento stesso pericoloso. L’altro infatti, l’amato innamorato, potrebbe non ricambiare o ricambiare differentemente; potrebbe sparire o morire e l’investimento libidico effettuato andrebbe perduto, sprecato e necessita di essere recuperato.
L’aneddoto ricorda anche come Freud stesso non ne fosse esente, nel senso che investiva frequentemente nei processi di innamoramento.
Il rapporto di coppia, qualora raggiunto come scopo, non rimane ovviamente privo di nodi.
Le crisi di coppia legate alla frustrazione del desiderio (investimento libidico) generano frequentemente un vissuto di rabbia che indebolisce o annienta il desiderio verso il proprio o la propria partner.
La frustrazione e la rabbia conseguente intervengono nel rapporto affettivo cosi come intervengono in quello sessuale.
Lo spostamento del conflitto, il suo evitamento o la sua rimozione spesso hanno un equivalente nella perdita della attrazione e nel desiderio di far sesso all’interno della coppia.
La rabbia provata nei confronti dell’amato producono una diminuzione degli investimenti o un cambiamento di segno negli investimenti stessi, Quello che prima era completamente bianco diventa nero, quello che era tutto oro si trasforma in piombo.
Il corpo dell’amato perde i pezzi e si trasforma, diventa scontato, svalutato, repellente.
Quanto piu forte fu la idealizzazione dell’oggetto tanto piu forte diventa la negazione dello stesso.
La penetrazione ad esempio diventa oggetto di proiezioni potenti, e viene rifiutata o vissuta con colpa. Il corpo penetrato un tempo con desiderio, diventa un pericoloso luogo in cui il pene potrebbe essere mangiato o distrutto. LA conseguenza sarà la perdita della capacità erettile nell’uomo, quale prevenzione della distruzione del proprio pene. Il corpo dell’amata/amato sarà vissuto come un luogo pericoloso, una continua trincea o messa alla prova da cui è meglio sottrarsi o restarci il minor tenpo possibile ( eiaculazione precoce).
Il corto circuito della rabbia generata da una frustrazione dunque si alimenta di una nuova dinamica frustrante anche essa.
La donna o l’uomo che desiderano l’erezione del partner quale prova di desiderio genereranno nel partner un sentimento di messa alla prova che spesso viene vissuto come eccitante ed altrettanto spesso come castrante. L’eccitazione viene legata alla potenza e la castrazione alla impotenza.
Un corto circuito quello delle aspettative tra i partner di delicata soluzione: entrambi mettono in atto illusioni e disillusioni che spesso conducono ad un vicolo cieco.
Il desiderio ovviamente si perde anche per fattori diversi:
puo essere causato ad esempio da terapie mediche e farmacologiche necessarie al trattamento di patologie endocrine, piu frequentemente per l’uso di farmaci per il trattamento di disturbi psichiatrici ( antidepressivi triciclici, neurolettici, ipnotici etc) oppure da farmaci antiinfiammatori o dal metadone.
Al di là delle cause relazionali, o spesso collaboranti con queste troviamo una rigida educazione familiare sul tema delle relazioni sessuali, omofobia, sessuofobia, fantasie negative relative alla trasformazione del corpo durante il ciclo di vita. Troviamo anche convinzioni religiose molto rigide, sempre piu spesso troviamo la incapacità dei membri della coppia ad arginare e proteggere il loro spazio relazionale.
La coppia non protetta dalla ingerenza o invasione di elementi esterni diventa un vomitatoio o un sanatorio, e difficilmente si pensa a fare sesso immersi nel vomito o in un pronto soccorso. Potrebbe essere certo una fantasia ma abitualmente si cercano contesti piu comodi e meno emergenziali. Alcune personalità di tipo ossessivo sembrano avere una maggiore difficoltà ad esempio a lasciarsi andare al desiderio, a contattarlo. Fantasie apocalittiche infatti intervengono a bloccare ogni immagine a contenuto sessuale per sostituirla con immagini distruttive ed angoscianti. Ad esempio il timore del contagio di MTS impedisce di godere del rapporto, od il timore di una gravidanza, o il timore di perdere il/la partner .
Un elemento fortemente disturbante è la poca conoscenza del sesso e del come fare sesso, a volte anche del cosa al/alla partner non piace fare.
Certamente la scarsa educazione sessuale nelle scuole non facilità il percorso.
La rabbia di per se è uno strumento utilissimo, se ascoltata in tempo. Consente infatti di valutare quale nemico abbia oltrepassato il fossato del castello. Una delle emozioni primarie che indica che è stato rotto qualcosa, un confine è stato violato ed è necessario agire.
Qualora non ascoltata, la rabbia, potrebbe esplodere distruggendo tutto o nel suo opposto distruggendo dentro.
La depressione causata dalla repressione è uno degli elementi piu interessanti della psicologia del profondo, entrambi hanno a che fare con la mancata espressione.
Spesso le coppie si mettono in discussione quando oramai la rabbia ha distrutto tutto, sulle macerie di una passata e sincera attrazione si ergono fortini zeppi di vittime e senza nessuna prospettiva.
Il desiderio di attribuire all’Altro la colpa del fallimento, o di assumersene totalmente la colpa genera continui sentimenti di colpa che generano a loro volta altra frustrazione ed altra rabbia.
In questo campo di battaglia non ce posto per il desiderio.
Il desiderio è creativo non è mortifero, si nutre di cura e rispetto ma soprattutto di libertà.
Non ce posto nel desiderio per sentimenti mortiferi o depressivi, la pena per chi osasse introdurli è la perdita del desiderio stesso,
Non ce posto nel desiderio per la pietà, la pena è sempre la stessa la perdita.
In un film di qualche tempo fa “ SE MI LASCI TI CANCELLO”, i protagonisti dopo una importante relazione ( giunta all’epilogo con esplosioni di rabbia e violenza) decidono di separarsi in un modo un po insolito.
Si sottoporranno ad un lavaggio del cervello attraverso una macchina che selezionerà tutti i ricordi della coppia e li butterà via.
I file relativi alla rabbia, alla frustrazione ed al primitivo innamoramento, fino al primo incontro verranno cancellati per sempre.
I due sottoscrivono un contratto per il quale una volta avviato il processo non sarà possibile fermare la macchina e tornare indietro.
La macchina inizia a lavare via i ricordi cattivi, la rabbia, la violenza, la frustrazione …e man mano affiorano alla coscienza i ricordi di quello che aveva funzionato. I giochi, le risate, i progetti, i sogni e il desiderio fino a giungere all’innamoramento.
Ma la macchina non si puo fermare ed il processo di pulitura del ricordo andrà avanti.
Il protagonista troverà un modo per salvare un importante frammento…
Il film è un buon esempio del meccanismo distruttivo e del corto circuito rabbia frustrazione nelle coppie.
Ne consiglio la visione anche ai meno frustrati.